Come scegliere uno smartphone: guida acquisto

L’acquisto di uno smartphone non è un compito semplice, in quanto entrano in gioco numerosissimi fattori, molti dei quali sono di natura tecnica.

Dunque, è normalissimo non comprendere appieno sigle o alcune delle specifiche che compaiono sulla scheda prodotto. In questa guida su come scegliere uno smartphone, o meglio il miglior smartphone per le proprie esigenze, elenchiamo e spieghiamo i criteri principali da valutare. 

Quali fattori valutare durante l’acquisto di uno smartphone

Analizziamo uno per uno gli aspetti da valutare in fase d’acquisto di un nuovo smartphone.

Design

Gli smartphone hanno subito un processo di evoluzione del proprio design. Infatti, alcuni anni fa, la superficie dello schermo era solitamente contornata da bordi neri che, purtroppo, occupavano spazio utile. Con l’evoluzione dei modelli, lo spazio destinato al display è divenuto sempre più ampio, tanto che diversi modelli, in pratica, sono privi di bordi e del cosiddetto mento (o comunque ne hanno uno di dimensioni ridotte). Il display diventa quindi curvo (edge-to-edge) ed occupa tutto lo spazio possibile (full-screen), migliorando l’esperienza complessiva. 

Alcuni smartphone, soprattutto di fascia economica o media, presentano il cosiddetto notch, una sorta di rientranza superiore del bordo, ne quale viene alloggiata la fotocamera. Il notch era popolare anche fra i top di gamma di 1-2 anni fa. Tuttavia, l’evoluzione del design ha portato alla sua progressiva scomparsa e ad optare per una fotocamera integrata direttamente nel display.

Design senza margini

Dimensioni ed ergonomia

Tra i fattori più importanti da considerare prima dell’acquisto di uno smartphone ci sono le dimensioni e l’ergonomia, influenzate in maggior misura dalla diagonale dello schermo, e l’ergonomia. Ricordiamo che lo smartphone è con tutta probabilità l’oggetto che teniamo in mano più a lungo durante la giornata: la comodità è quindi d’obbligo.

Se fino ad alcuni anni fa andavano per la maggiore display con diagonali da 4 a 4,5″, negli anni i produttori si sono spostati verso telefoni con schermi più grandi, che spesso superano i 6″. Questi dispositivi, proprio a causa delle dimensioni importanti, hanno assunto il nome di phablet, ovvero un ibrido fra smartphone e tablet.

Dimensioni smartphone

Ovviamente, questo aumento ha portato ad una maggiore difficoltà nell’impugnare ed utilizzare lo smartphone con una sola mano, ma ha migliorato la resa dei contenuti multimediali e la visibilità generale.

Tuttavia, la diagonale del display non è l’unico fattore ad influenzare la comodità e l’ergonomia. Infatti, anche lo spessore, la forma, il peso ed il materiale costruttivo giocano un ruolo molto importante da questo punto di vista. Per esempio, un telefono spesso, pesante e con retro in vetro lucido sarà più “scivoloso” di un altro modello leggero, con più grip ed uno spessore ridotto.

Display

Abbiamo visto come i pollici dello schermo influiscano sulla portabilità e l’ergonomia di uno smartphone. Di un display è però importante valutarne anche la tipologia, la risoluzione e, più in generale, la resa visiva.

Tipologia

In commercio sono disponibili diverse tecnologie per i display, ognuna delle quali offre un livello qualitativo e prestazioni, anche dal punto di vista dell’assorbimento energetico, diverse. Tra le più comuni:

  • LCD (Liquid Cristal Display): rappresenta l’opzione “base”, che offre ottimi livelli di assorbimento energetico. Tuttavia, questa tecnologia influisce negativamente sui livelli di contrasto, che appaiono meno decisi rispetto ad altre tecnologie.
  • IPS: si tratta di un’evoluzione dei normali display LCD. Questi hanno un angolo di visione ed una resa visiva complessiva migliori rispetto alla tecnologia citata al punto precedente. Questi display hanno un costo maggiore ed un impatto più sensibile sull’autonomia della batteria.
  • LCD TFT: si tratta di un’altra evoluzione dei display LCD con livelli di contrasto migliorati, ma un angolo di visione più ridotto.
  • Triluminos: un’evoluzione dei display TFT visti al punto precedente di cui garantiscono una resa cromatica sensibilmente più ricca.
  • OLED (Organic Light Emitting Diode) o AMOLED (Active Matrix Organic Light Emitting Diode): si tratta delle tecnologie più recenti e prestanti, utilizzate in un crescente numero di modelli, soprattutto top di gamma. L’AMOLED si basa sulla tecnologia OLED ed offre un contrasto super, neri profondi ed un assorbimento energetico minore rispetto ai modelli LCD. Come sappiamo, la tecnologia OLED viene utilizzata con successo anche su TV. All’interno di questa categoria troviamo diversi tipi di AMOLED in base al brand e alle speficiche del display: super AMOLED (è più luminoso, consuma meno e presenta meno riflessi alla luce del sole); Fluid AMOLED (un super AMOLED con refresh rate di 90Hz); Dynamic AMOLED (Samsung: un super AMOLED con certificazione HDR10+)
  • Retina: questa tecnologia è proprietaria dei dispositivi Apple, sviluppata diversi anni fa con iPad 3 ed iPhone 4. La caratteristica di questi display è l’impossibilità di individuare i singoli pixel sullo schermo.

Risoluzione

Per risoluzione si intende il numero di pixel, orizzontali e verticali, che compongono lo schermo. Questi, uniti al tipo di display, contribuiscono a definire la qualità delle immagini che uno smartphone è in grado di esprimere. Ovviamente, maggiore il numero di pixel sullo schermo, migliore sarà la definizione. 

La scelta della risoluzione risulta essere di grande rilievo se si intende utilizzare frequentemente lo smartphone per la riproduzione di contenuti video. Queste le risoluzioni più comuni in uno smartphone, anche se alcuni brand offrono anche soluzioni intermedie (Full HD+, QHD+ ecc.):

  • HD: 1280 x 720p
  • Full HD: 1920 x 1080p 
  • QHD/2K: 2560 x 1440p
  • 4K Ultra HD: 3840 x 2160p 

Oltre alla risoluzione, un altro dato che troverai spesso è la densità di pixel per pollice (ppi): maggiore sarà, migliore la qualità delle immagini. 

Refresh Rate

Un altro fattore da considerare, soprattutto nei top di gamma, è il refresh rate, ovvero la frequenza di aggiornamento che in poche parole indica il numero di volte in cui il display aggiorna la propria immagine. Maggiore sarà la frequenza, più fluida l’esperienza d’uso del display, soprattutto con le animazioni/gaming ecc. Il refresh rate viene misurato in hertz (Hz): 

  • 60Hz: il display si aggiorna 60 volte al secondo
  • 90Hz: il display si aggiorna 90 volte al secondo, comune nei migliori smartphone top di gamma
  • 120Hz: il display si aggiorna 120 volte al secondo, ancora poco comune

Purtroppo, impostare un refresh rate alto (90 o 120Hz) spesso influisce pesantemente sulla durata della batteria.

Protezione e Gorilla Glass

Le dimensioni crescenti dei display rendono più difficile avere una presa salda sullo smartphone, specialmente se si è in movimento. A chiunque è capitato da far cadere il proprio telefono a terra e, sappiamo bene, che si può essere più o meno fortunati.

Tuttavia, un grande aiuto alla fortuna è offerto dal Gorilla Glass, una tipologia di display più resistente, in grado di sopportare con più efficacia urti e sfregamenti accidentali. Per chiunque si reputi “sbadato”, uno smartphone con Gorilla Glass è altamente consigliato, soprattutto se il budget in gioco è elevato.

Materiali e costruzione

I materiali con cui è realizzato uno smartphone hanno una sensibile influenza sulla qualità costruttiva e sulla resistenza ad urti e graffi. 

Solitamente, smartphone costruiti in metallo/alluminio e vetro hanno prezzi più elevati rispetto ai corrispettivi in plastica. Tuttavia anche alcuni materiali plastici riescono a conferire al telefono un’impressione di qualità complessiva e, rispetto a materiali come il vetro, si dimostrano più resistenti.

Inoltre, in base all’utilizzo che si intenderà fare del dispositivo, è bene valutare l’acquisto di uno smartphone resistente ad acqua e/o polvere, oppure completamente impermeabile. In questo caso, l’informazione da ricercare riguarda la classificazione IP (International Protection). Si tratta di una sigla IP seguita da un numero a due cifre: il primo si riferisce alla resistenza alla polvere, mentre il secondo a quella nei confronti dei liquidi. La classe IP più comune dei migliori smartphone è la IP68, che indica impermeabilità per 30 minuti ad una profondità di massimo un metro e mezzo e totale protezione da polvere e sabbia.

Smartphone impermeabile

Per chi intende farne un utilizzo “estremo”, sono disponibili i cosiddetti “smartphone rugged“, caratterizzati da una resistenza sopra al normale e materiali costruttivi speciali. Questi possono essere utilizzati, ad esempio, per situazioni lavorative “particolari” (lavoro sulle navi o in cantiere), oppure durante l’escursionismo o sport estremi.

Smartphone pieghevoli

Recentemente, alcuni brand tra cui Samsung e Motorola, hanno lanciato alcuni modelli di smartphone pieghevole. Questa particolarità costruttiva permette di “espandere” la superficie del display semplicemente piegando lungo una giuntura (quasi impercettibile quando lo schermo è completamente aperto). 

Questi smartphone sono tutt’ora molto costosi rispetto ai modelli tradizionali e suscitano alcune preoccupazioni circa la possibile usura del dispositivo data dal continuo movimento meccanico per aprire/chiudere lo schermo.

smartphone pieghevole

Hardware

Per scegliere al meglio uno smartphone è necessario considerare attentamente il comparto hardware del dispositivo. Nella fattispecie, ci concentremo su caratteristiche come RAM, processore e memoria di archiviazione, oltre ovviamente alla fotocamera di cui parleremo nel dettaglio più avanti nell’articolo. La componente audio spesso è sottovalutata, anche se la maggior parte dei dispositivi offre prestazioni più che sufficienti per un utilizzo quotidiano. Solo i modelli top di gamma offrono un audio di tipo stereo. 

Processore e GPU

Il processore è l’elemento che definisce le prestazioni di uno smartphone. Parliamo quindi di fluidità nell’utilizzo, di velocità e di prontezza nell’apertura e nel funzionamento di varie app, anche più “pesanti” (es. videogame).

Il processore o CPU è montato su un SoC (System on Chip), accanto ad altri elementi, tra cui la GPU. Il processore è diviso in più unità di elaborazione dati, dette core. Maggiore il loro numero, migliore sarà la capacità della CPU di elaborare efficientemente i dati. La velocità del processore, ovvero la frequenza di clock, è espressa in GigaHertz (ad esempio processore octa core da 2,4 GHz).

Il numero di produttori di CPU per dispositivi mobili è abbastanza ridotto e può contarsi letteralmente sulla punta delle dita. Di seguito i processori più diffusi:

  • Qualcomm: azienda produttrice del celebre Snapdragon, può definirsi come il miglior marchio per prestazioni e resa. Non a caso è montato sui migliori smartphone in circolazione. L’ultima uscita, Snapdragon 865, è già acclamato come il miglior processore attualmente in circolazione.
  • Mediatek: si tratta di un nome relativamente nuovo, che ha saputo ritagliarsi il suo spazio nella fascia low-cost. I suoi processori sono molto diffusi sui dispositivi cinesi entry-level.
  • Samsung Exynos: si tratta dei processori montati sui dispositivi dell’azienda coreana. 
  • Huawei Kirin: processori integrati nei prodotti del colosso cinese. 
qualcomm snapdragon

Come anticipato, sulla SoC è montata anche la GPU (Graphic Processing Unit), che si occupa di tutte le elaborazioni grafiche. Questa entra in azione durante l’elaborazione delle immagini in 3D, lavorando in sinergia con l’altro microprocessore, la CPU.

RAM

La RAM (Random Access Memory) è una memoria volatile, utilizzata dal dispositivo per gestire le operazioni in multitasking. In altre parole, maggiore la memoria RAM, migliore sarà la capacità dello smartphone di gestire più operazioni allo stesso tempo.

La maggior parte degli smartphone odierni hanno memorie RAM di almeno 4GB, sufficienti a soddisfare l’utente medio. Alcuni top di gamma hanno RAM anche di 8GB o 12 GB.

Memoria di archiviazione (ROM)

La memoria di archiviazione indica lo spazio di memoria disponibile per salvare dati, tra cui app, foto, documenti, ecc. Solitamente, la capacità minima di uno smartphone è di 64 GB, la maggior parte dei migliori smartphone ha una ROM di almeno 128 GB, ma non mancano soluzioni con memoria pià grande.

Inoltre, fatta eccezione per gli iPhone e pochi altri modelli, la maggior parte degli smartphone prevede la possibilità di estendere la memoria attraverso l’impiego di una micro-SD. Alcuni smarpthone dual sim richiedono di sacrificare lo slot dedicato alla seconda sim, mentre altri richiedono l’utilizzo di una memoria proprietaria (vedi Huawei) e non accettano SD esterne.

Sistema operativo

Il sistema operativo (OS) è il software installato nello smartphone, il vero e proprio cervello e cuore pulsante del dispositivo. Il telefono viene venduto con una versione di un determinato OS ma, nel tempo, sarà possibile scaricare aggiornamenti che andranno a migliorarne il funzionamento, aggiungendo opzioni e sistemando eventuali bug o errori.

In commercio sono presenti poche famiglie di OS. In particolare:

  • Android: sistema operativo di casa Google, rappresenta la fetta più consistente del mercato. Esistono diverse versioni del software, più o meno complesse, in base alla tipologia di smartphone su cui è installato. Inoltre, alcuni brand hanno sviluppato sistemi operativi proprietari, o meglio personalizzazioni, che si basano sulla piattaforma Android (un esempio è EMUI di Huawei).
  • iOS: iOS è il sistema operativo montato sugli iPhone e si caratterizza per un’estetica curata nei minimi dettagli ed un’esperienza d’uso senza eguali. Tuttavia, iOS rappresenta un sistema più “chiuso” rispetto ad Android, con un grado minore di compatibilità.
  • Windows: presente su un numero limitato di dispositivi, in disuso.
logo android

I sistemi operativi indicano anche l’ecosistema di funzionamento del dispositivo e lo store dal quale effettuare il download delle app. Alla prima configurazione del telefono, il sistema operativo ti chiederà di registrare/collegare un account: Google per quanto riguarda Android, Apple per quanto concerne iOS.

In altre parole, uno smartphone con sistema operativo Android è ottimizzato per l’utilizzo di tutti i servizi Google. Ad esempio, sul telefono si troverà una cartella denominata “Google”, nella quale sono presenti tutte le app di Big G, tra cui Youtube, Google Foto, Drive, ecc.).  

Tra i servizi associati al sistema operativo ci sono gli assistenti vocali integrati che, come sappiamo, ci aiutano nella ricerca di informazioni, nel controllo dei dispositivi domotici e nella gestione delle attività quotidiane. Ovviamente gli smartphone Android integrano Assistant, mentre Siri è installato sugli iPhone. Alexa, al momento, è utilizzabile su tutti i dispositivi, ma sarà necessario scaricare prima l’app, fatta eccezione per alcuni modelli che la integrano nativamente come Motorola OneZoom e OnePlus 8 e 8 Pro.

Reti e connessioni

Passiamo ora al comparto connettività, che comprende una serie di caratteristiche e specifiche che danno senso alla parola “smart”.

Praticamente, tutti i telefoni sono ormai dotati di connettività 4G LTE, che ci dà la possibilità di essere connessi in qualsiasi momento, a prescindere dalla connessione ad una rete WiFi, ma semplicemente sfruttando il traffico dati della SIM. Alcuni smartphone lanciati recentemente offrono la connettività 5G, ovvero l’ultima generazione, che promette di rivoluzionare la nostra idea di utilizzare e vivere internet e che presto sarà lo standard per tutti gli smartphone (e non solo).

Ovviamente, la totalità degli smartphone in commercio si connette alle reti WiFi, ma non tutti son dual band e, dunque, supportano anche la banda 5 GHz che, ricordiamo, garantisce una connessione più rapida e stabile, ma una portata minore.

Non possiamo poi dimenticarci della connettività Bluetooth, ormai arrivata alla versione 5.0. Il Bluetooth, oltre alla condivisione di file con altri dispositivi, permette di collegare lo smartphone ad auricolari senza fili, cuffie wireless, smartwatch, smartband, ecc.

Altra caratteristica ormai comuni a tutti i modelli è la presenza del modulo GPS per i servizi di geolocalizzazione (senza di questo molte app sarebbero inutilizzabili).

Inoltre, molti smartphone integrano anche il modulo NFC, che permette l’accesso ad una serie di servizi, tra cui i pagamenti wireless (Apple Pay, Google Pay, Sansung Pay, ecc.). 

Fotocamera

Moltissimi utenti acquistano uno smartphone piuttosto che un suo concorrente in base alla qualità della fotocamera, sia posteriore che frontale. Infatti, un numero sempre maggiore di persone utilizza il telefono come strumento principale per scattare fotografie, complice anche lo sviluppo di piattaforme come Instagram e TikTok.

Negli ultimi anni, abbiamo visto un’evoluzione pazzesca delle fotocamere integrate nei telefoni. Se qualche anno fa l’eccellenza si raggiungeva solo con alcuni brand, per esempio Sony con la sua serie Xperia, oggi il non plus ultra è rappresentato da iPhone 11 Pro, che ha cambiato totalmente il modo di pensare alle fotocamere degli smartphone, per la qualità, sia delle foto che dei video, offerta.

Oltre all’iPhone ci sono diversi modelli, come il Huawei P40 Pro o altri recensiti in questa guida, con un eccellente comparto fotografico; ma quali sono gli elementi da considerare per valutarlo?

Sensore e risoluzione

Erroneamente, molti utenti sono portati a valutare la bontà di una fotocamera dal numero di megapixel offerti. Questo non rappresenta altro che la risoluzione delle foto scattate, dunque il numero di pixel verticali ed orizzontali che compongono la fotografia.

Maggiore il numero di megapixel, minore sarà la “sgranatura” nelle foto scattate. Tuttavia, la perdita di definizione si percepisce sensibilmente negli ingrandimenti, ma è meno visibile su un display di piccole dimensioni come quello di uno smartphone.

Sul mercato sono disponibili fotocamere con risoluzioni che vanno da 8 ad anche oltre 40 MP. Questi numeri sono sicuramente importanti, ma devono essere considerati insieme ad altri fattori, tra cui il software di elaborazione delle foto.

Apertura diaframma

L’apertura del diaframma è un elemento fondamentale nella valutazione della fotocamera di uno smartphone (e di una lente in generale). Essa esprime la capacità del diaframma di far entrare la luce.

L’apertura del diaframma è espressa con la lettera f seguita da un numero (ad esempio, f/1.8). Minore questo numero, maggiore sarà la quantità di luce che entrerà nell’obiettivo e, dunque, la luminosità della lente.

Inoltre, l’apertura influisce sulla profondità di campo e sulla possibilità di “sfocare” lo sfondo (effetto bokeh).

Qualità video

L’interesse riguardo la possibilità di girare video di qualità con lo smartphone è cresciuto esponenzialmente negli ultimi anni, complici numerose app di condivisione video.

In questo caso, gli aspetti su cui concentrarsi sono: la risoluzione massima (per esempio video con risoluzione 4K o, nei modelli più evoluti, 8K); la quantità di fotogrammi per secondo (fps), che ne definisce la fluidità; la possibilità di realizzare video in slow motion ed il sistema di stabilizzazione, che può essere di tipo ottico, elettronico o un mix di entrambi.

Alcuni dei migliori smartphone offrono riprese video di qualità molto elevata, anche delle fotocamere frontali. Basti pensare che alcuni YouTuber, con l’uscita di iPhone 11 Pro hanno abbandonato la propria attrezzatura per passare esclusivamente al telefono Apple!

Flash

La presenza di uno o più flash LED è un fattore importante per aumentare la qualità degli scatti notturni, sia per quanto riguarda la telecamera posteriore, che quella frontale deputata ai selfie.

fotocamere multiple smartphone

Fotocamera frontale

La fotocamera frontale di uno smartphone è destinata principalmente alla realizzazione di selfie e videochiamate, quest’ultimo un trend in decisa ascesa negli ultimi mesi.

Solitamente, la qualità della fotocamera frontale è inferiore rispetto alla posteriore, quest’ultima ritenuta, a ragione, la fotocamera principale. In questo caso, la risoluzione può variare da 5MP ad oltre 32 MP. La presenza di flash frontale è inoltre un plus da non sottovalutare.

Altri aspetti

Altri aspetti da considerare la qualità del comparto fotografico sono:

  • Sistema di stabilizzazione: questo può essere ottico (stabilizzazione meccanica delle vibrazioni, elettronico (leggero crop dell’immagine) o una combinazione di entrambi.
  • Tipologia e marca della lente: per esempio, alcuni produttori di smartphone stringono accordi con importanti brand del settore fotografico per la realizzazione delle lenti (vedi Sony)
  • HDR per aumentare la qualità dei contenuti prodotti
  • Qualità dell’autofocus: la messa a fuoco automatica può essere di diverse tipologie. Le più diffuse sono il dual pixel, laser e PDAF. Molti smartphone entry level integrano invece il sistema basato sul rilevamento del contrasto.
  • Sensore ToF: questo sensore è montato sui modelli top di gamma e consente di misurare la distanza fra lente e soggetto, utilizzando delle proiezioni tridimensionali. Utilizzato specialmente per la funzione di riconoscimento facciale, realtà aumentata e per un migliore effetto bokeh. 
  • Software ed intelligenza artificiale: le funzionalità disponibili e l’intelligenza della fotocamera influiscono significativamente sulla qualità degli scatti e sull’esperienza d’uso. 

Negli ultimi anni c’è poi da registrare una crescita del numero di modelli con più di una fotocamera posteriore. In questo caso, ciascuna lente si occupa di svolgere un compito ben preciso (una grandangolare, un teleobiettivo per lo zoom, ecc.). Le varie versioni dello scatto vengono elaborate dal software dedicato, che le sintetizza per arrivare allo scatto migliore in termini di gamma cromatica e luminosità.

Batteria

Aspetto fondamentale da tenere in considerazione è la batteria e l’autonomia che questa riesce a garantire. Tuttavia, l’autonomia di uno smartphone è influenzata da una serie di fattori molto variabili: tipologia di processore, tipologia display, riproduzione di video, attivazione di WiFi e Bluetooth, livello di luminosità, ecc.

Ovviamente, la garanzia minima da ricercare è che lo smartphone sia in grado di raggiungere la giornata piena, con un utilizzo mediamente intenso e che offra una ricarica rapida valida. 

Un valore oggettivo da poter considerare è quello relativo alla capacità di carica, espresso in Milliampere (MAh). Solitamente, una capacità pari a 3000 MAh è il minimo sindacale, e garantisce approssimativamente 8-9 ore di utilizzo. Tuttavia, come già detto, è importante non fossilizzarsi su questo valore. Un hardware di alto livello riuscirà a compensare comunque una batteria di capacità ridotta.

I migliori smartphone di fascia medio-alta offrono anche la possibilità di ricarica wireless (nella maggior parte meno potente e rapida di quella tradizionale). Infine, quelli di ultima generazione presentano anche la ricarica wireless inversa, ovvero sono in grado di ricaricare dispositivi come wearable o altri accessori (lo smartphone diventa così una fonte di energia stessa). 

Porte ed ingressi

Oltre alle connessioni wireless bisogna anche valutare di che tipo di porte ed ingressi dispone il telefono. Solitamente, uno smartphone dispone di una porta per connettere l’alimentatore (mini USB o USB Type-C) ed un ingresso per il jack audio.

Tuttavia, con lo sviluppo di cuffie, auricolari e casse bluetooth, questo è scomparso da diversi modelli di nuova generazione. 

Modalità di sblocco

La maggior parte dei migliori smartphone presenta ormai un lettore di impronte digitali che permette di sbloccare il telefono solo toccando l’apposito sensore, situato sul retro o a uno dei due lati. Nei telefoni di fascia alta, questo sensore è spesso integrato sotto al display. Naturalmente, è importante che il lettore sia accurato e rapido nella risposta. 

I modelli più evoluti offrono anche lo sblocco tramite il riconoscimento del volto: alcuni sono dotati di un sensore per il riconoscimento facciale 3D, mentre altri sfruttano semplicemente la fotocamera anteriore. Soprattutto quest’ultima non è una modalità raccomandata per motivi di sicurezza. In questo senso, uno degli smartphone più sicuri è l’iPhone con la sua tecnologia Face ID, impiegata anche per le operazioni bancarie. 

Dual SIM

Alcuni smartphone dispongono di un doppio slot per la SIM. Questa caratteristica può rivelarsi particolarmente utile se, ad esempio, si hanno sia SIM lavorativa che personale, ma non si ha intenzione di portare con sè due smartphone.

Tuttavia, c’è da fare una distinzione fra dual stand-by e full-active. I primi disattivano una SIM quando l’altra è impiegata in una telefonata, mentre i secondi mantengono attive entrambe le SIM durante. Gli smartphone dual SIM full active rappresentano la tipologia che va per la maggiore.

Inoltre, lo slot per la seconda SIM, in alcuni telefoni, è comune a quello dedicato alla scheda SD aggiuntiva. In questo caso, sarà necessario fare una scelta fra SIM secondaria e memoria di archiviazione.

E internet? Nella maggior parte dei casi, la SIM primaria è collegata alla rete 4G o 3G, mentre l’altra sarà disponibile solo per le chiamate. Tuttavia, è possibile cambiare in tempo reale la preferenza in questo senso direttamente dalle impostazioni dello smartphone.

Andrea Giorgi

Imprenditore digitale, appassionato di tecnologia, di tutto ciò che è smart, ma non solo. Amante della natura, divoro libri e viaggio appena posso.

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